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Il vulcano Ijen

Il vulcano Ijen

Questa è l’isola di Bali (Indonesia) dove abbiamo trascorso una bella settimana di vacanze con Adrien e la sua ragazza, nell’aprile del 2010

L’isola di Bali è a pochi chilometri dall’isola di Java, la più grande dell’Indonesia

28 aprile, Bali : eccoci arrivati all’estremità ovest dell’isola, alla cittadina di Gilimanuk con il suo porto per i traghetti tra Bali e Java.
La traversata dura un’oretta ed i traghetti, pieni di abitanti di Java che lavorano a Bali grazie al turismo, si susseguono: prezzo del passaggio ... meno di due euro.
Di fronte a noi, l’isola di Java dove le nuvole nascondono la nostra futura destinazione: il vulcano Ijen.

29 aprile, Ketapang (Java) : giornata di riposo in albergo con piscina ai piedi del vulcano.
Un giretto sulla vicina spiaggia di sabbia nera, senza nessun altro che noi : magnifica e selvaggia, con qualche casetta e le barche dei pescatori, di fronte all’isola di Bali.
Potrebbe essere un paradiso se non ci fossero tutti questi rifiuti ... qui il mare è una discarica !!!

30 aprile, ore 4 del mattino, Ketapang (Java) : partenza in jeep verso il vulcano Ijen.
Si prende la strada dei camion della società che utilizza lo zolfo estratto dal vulcano.
È meglio conoscere il percorso perché non ho visto neanche un cartello stradale ...

Si esce dal villaggio e, dopo i campi dove si coltiva il caffè, la strada (completamente sfondata, senza jeep 4x4 non si passa) s’arrampica attraverso una densa foresta equatoriale.
Due muri vegetali compatti sono l’unico paesaggio durante diversi chilometri.
Questa giungla è in effetti un parco dove sono stati ri-introdotti diversi animali selvatici : scimmie, felini e serpenti ...

Arriviamo infine in una radura, a 2200m di altezza, parcheggio delle jeep e dei camion per lo zolfo, con alcuni capannoni per i portatori di zolfo ed i guardiani del parco.
C’è anche uno spaccio accogliente per una bevanda calda e per l’acquisto di sigarette da offrire ai portatori in ringraziamento di essersi lasciati mitragliare dalle nostre macchine fotografiche.

Qui incomincia il sentiero verso il vulcano. È lo stesso sentiero utilizzato dai portatori di zolfo che si caricano dai 60 a 80 chili di minerale sulle loro spalle.
Il sentiero è largo e poco ripido : si arriva dapprima ad una zona di riposo e di deposito dello zolfo proveniente dal vulcano.
Qui i portatori cercano di arrotondare la loro paga vendendo ai turisti dei piccoli oggetti tagliati nei pezzi di zolfo.

Oggi il cielo è grigio e piove a tratti : è quindi inaspettatamente che raggiungiamo il bordo del cratere del quale non scorgiamo neanche il fondo, nascosto dalla nebbia.
Ma l’odore aspro di zolfo ci conferma che siamo proprio arrivati !
L’interno del cratere è tutta un’altra storia ... la pendenza è ripida ed il sentiero è malsicuro.

I portatori risalgono un passo alla volta, molto lentamente.
Le spalle afflitte dal pesante carico, il respiro tagliato dalle emanazioni vulcaniche che arrivano a folate ... ma che vita !

Ma da dove viene questo zolfo ?
Cosa c’è laggiù nel cratere, nascosto dalle nuvole delle emanazioni ?
I portatori ne vengon fuori ... allora coraggio, Adrien, bisogna andarci !

Dal bordo del cratere lo spettacolo è magnifico ed in continuo cambiamento con le folate di vento che spostano i banchi di fumo sputati dal vulcano.
Le nuvole delle emanazioni, gli strapiombi, il lago di acido solforico (pH 0,5 !!!) che s’illumina di toni verdi e turchesi ... ammiriamo ...

Ma occorre rassegnarsi, lasciare questo paradiso infernale e ridiscendere, prima a piedi e poi con la jeep ...
L’avventura non è finita : è da pochi minuti che siamo seduti nella nostra jeep che scende attraverso la giungla ... e patatrà, i freni si rompono !!!
L’autista riesce in qualche modo a fermare la macchina dentro un fosso dove per poco non ci capovolgiamo !

Una seconda jeep arriva e cerca invano di tirar fuori la nostra dal fosso.
Allora ci stringiamo tutti su una sola jeep e ricominciamo la discesa ... ma per poco tempo !
Un nuovo ostacolo ci sbarra la strada : un bel cobra d’un buon metro e mezzo ... ci guarda, si raddrizza e continua la sua strada.
Che strano, nessuno è andato a salutarlo ...

L’avventura è finita ! Ritornati in riva al mare, ritroviamo il traghetto a Ketapang che ci riporta sull’isola di Bali.
Java ed il suo vulcano Ijen ci mandano un ultimo saluto in questa fine di giornata indimenticabile !


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