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Gita a REIMS

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Domenica 29 marzo, alcune famiglie di Saint-Germain-en-Laye e della Missione Cattolica Italiana di Parigi, con diversi giovani e P.F., hanno trascorso insieme una giornata a Reims.

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Accolti da un freddo pungente, non certo primaverile, con entusiasmo e attenzione hanno visitato, con l’aiuto di due guide la Basilica di San Remigio (Saint Remi) che deve il suo nome al vescovo di Reims (437-533 d.C.) la cui nascita fu predetta da un eremita alla madre Célinie, già in età avanzata, con la promessa che il Signore avrebbe destinato il nascituro a governare i popoli e convertire i re.

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Nel 481 Reims accolse il re dei Franchi, Clodoveo il quale, sposatosi con Clotilde, figlia cattolica del re dei Burgundi, fu da lei convinto ad abbandonare l’Arianesimo e a convertirsi al Cristianesimo.
La notte del Natale del 496 Clodoveo ricevette nella Cattedrale con 3000 guerrieri il battesimo da San Remigio che, a causa della grande folla non riusciva a prendere il vaso dell’olio destinato all’unzione reale.
Una leggenda narra che lo Spirito Santo, sotto forma di colomba, portò il giorno della consacrazione il prezioso flacone. Dopo questo memorabile fatto i vescovi di Reims, a partire dall’XI secolo, rivendicarono il privilegio di consacrare i re di Francia e la Sacra Ampolla fu consacrata nell’Abbazia ; fu distrutta durante la Rivoluzione.

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Remigio morì nel 533 ; le sue reliquie sono conservate nell’attuale basilica, di stile gotico su base romanica a cui fu poi annessa un’abbazia ; San Remigio, per i suoi miracoli, è stato invocato in protezione contro la cecità, gli incendi, la peste e i rischi della guerra

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Dopo aver celebrato insieme ai fedeli la Santa Messa in questa suggestiva basilica, gli amici della Missione Italiana, hanno pranzato in una sala parrocchiale e l’atmosfera era lieta e amichevole.

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Poi tutti hanno visitato la Cantina Taittinger, originariamente di proprietà dei monaci. Percorrendo interminabili gallerie e grotte scavate nel gesso, con migliaia di bottiglie a riposo, si viveva in un’atmosfera magica, quasi fuori del tempo. Dulcis in fundo ... degustazione del famoso champagne.

Subito dopo c’è stata una visita guidata alla Cattedrale Notre Dame di Reims. Nell’anno 400 il vescovo Saint Nicaise dedicò una chiesa a Dio buonissimo e grandissimo sotto l’invocazione di Maria Madre di Dio : era allora una basilica romanica di 50 metri, tre volte più piccola dell’attuale cattedrale.
Quattro secoli più tardi Hebbon e Hincmar costruirono una chiesa carolingia, che fu ingrandita nel XII secolo in stile ogivale. La costruzione della Cattedrale fu comandata da Aubry de Humbert, arcivescovo di Reims; cominciò nel 1121. Tappa dopo tappa e per più di trecento anni la cattedrale si eleverà verso il cielo e la parte interna terminò verso il XIII secolo. Sulla facciata principale la Galleria dei Re termina verso la fine del XV secolo e le due torri a metà del XV.
Nel 1481 il sottotetto s’incendiò e la cattedrale resterà per sempre non finita. Mancano quattro torri e sette guglie. Durante la guerra del 1914 la cattedrale di Reims subisce danni durante un incendio sotto i bombardamenti. L’architetto Deneux procederà per vent’anni alla sua restaurazione.

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All’entrata della cattedrale la statua di Maria con il Bambino ci accoglie. La facciata ha statue che rappresentano la vita di Maria: l’Annunciazione, la Visitazione ad Elisabetta e la Presentazione di Gesù al Tempio con Simeone.
Se la Vergine Maria ha un posto centrale sulla facciata occidentale è per condurci a Cristo: le sculture ci mostrano la sua Passione e la sua Risurrezione, i pellegrini di Hemmaus e l’Annuncio del Giudizio Universale.
Sopra il grande rosone, la Galleria dei Re costituita da molteplici statue ci mostra Clodoveo immerso nella vasca battesimale, attorniato dai re di tutte le dinastie che sono stati consacrati a Reims (dal 1223 al 1825). Con queste statue viene suggerito che la missione dei re era considerata divina, dovevano guidare l’uomo al regno celeste, fare rispettare la Chiesa ed il Regno di Dio. Il re è consacrato Nuovo Davide.

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La guida spiega che le statue e le vetrate erano un mezzo per raccontare al popolo dei fedeli analfabeti, che non potevano partecipare agli uffici religiosi, le verità della fede e la storia dell’uomo in rapporto con Dio. Le statue e le colonne probabilmente erano decorate con tre colori di base: rosso (simbolo di vita), giallo (luce - Dio), nero (tenebre).
Nella zona vicino all’altare centrale anticamente era stato eretto un muro, dipinto poi con scene religiose, per lasciare i monaci e i reali al di fuori dello sguardo del popolo, che accedeva all’Eucarestia solamente 2-3 volte l’anno.
Dopo il Concilio di Trento, questa separazione fu tolta, in modo da poter permettere a tutti i fedeli di partecipare alle funzioni e vedere il Santissimo.

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Come in ogni cattedrale di stile gotico la luce riveste un ruolo importante, penetrando attraverso le alte vetrate colorate, raccontando la storia Santa, quasi da apparire un “catechismo di vetro”, che permette di leggere storie Bibliche, passaggi del Vangelo, la storia della Chiesa e della città.

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Sopra il Coro le vetrate del Medioevo rappresentano Cristo e Maria attorniati dagli Apostoli, sotto sono visibili l’arcivescovo di Reims e la sua cattedrale e i vescovi della regione, con tutto il popolo unito in festa.
A sud il rosone ci mostra Cristo risorto, nuovo Adamo, vincitore del male, attorniato dagli Angeli e gli Apostoli. Sotto tre finestre sono occupate dalla vetrata della Corporazione dello Champagne, che evoca il lavoro della vigna, la vendemmia e la vinificazione: il lavoro dell’uomo partecipa alla lode del Creatore.

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Il rosone sopra il grande organo racconta la Creazione del mondo, Adamo ed Eva, il Primo peccato.

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In una cappella dietro l’altare principale brillano le Vetrate di Marc CHAGALL (1974): l’albero di Iesse e diversi episodi della storia dei Re attorniano il Cristo morto e risorto.

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Il grande rosone della facciata occidentale della cattedrale presenta il trionfo di Maria nella sua Assunzione, attorniata dagli apostoli e dai profeti, da angeli suonatori e re. Più in basso alcune finestre evocano la consacrazione di un re (forse Saint Louis), che mostra la strada ai suoi successori.

Visitando queste chiese a Reims, dopo aver alzato gli occhi verso le vetrate, ai soffitti altissimi che si innalzano quasi a raggiungere il cielo, dopo aver “letto” le storie di Dio e dell’uomo in rapporto con Lui, non resta altro che vivere ogni giorno con la memoria di tutto questo e la gioia di appartenere alla Sua chiesa.

Rosella



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